Castello di Albereto
Castrum Albareti, il cui nome deriva da una foresta di querce, tigli, pioppi e pini in mezzo a cui si trovava, come tutti i comuni della vallata del Conca e lo stesso Montescudo deve aver conosciuto la dominazione romana, anche se la prima notizia storica risale al 962. Con la concessione di albereto ad Ulderico di Carpegna da parte dell’ Imperatore Ottone I il castello di Albereto ed il territorio di Montescudo Conobbero un lungo periodo di relativo benessere. Le alleanze spregiudicate che spesso connotavano le continue lotte per la supremazia del luogo contribuirono, nel più ampio contesto della controversia tra Guelfi e Ghibellini, di cui i Di Carpegna erano parte a far stringere un patto federativo con la famiglia guelfa dei Malatesta nel 1227
In questi Anni non si sa bene per quale motivo, Albereto passò dai “Dì Carpegna”, oramai di Montefeltro, sotto la signoria di Giovanni di Buono e Manigoldo, di cui non si conosce il casato, ed infine, nel 1233, sotto la protezione di Rimini. Ma le alterne vicende della lotta tra Papato ed Impero influenzeranno anche i destini del castello di Albereto, il quale dai Malatesta ripassò ai Montefeltro e da ultimo fu riconquistato da Pandolfo Malatesta nel 1336, rimanendo comunque sotto la signoria riminese tranne la breve parentesi caratterizzata dalle conquiste del Duca Valentino Borgia, fino alla prima parte del XVI secolo, quando fu concesso dalla Chiesa a Nicola Guidi di Bagno. In questo periodo il castello di Albereto arrivò a contare circa 33 “focolari”.
A metà del XV secolo, Sigismondo Malatesta realizzerà una moderna cinta muraria bastionata con la tipica scarpata malatestiana. Più tardi dalle visite pastorali dei Castelli apprendiamo la notizia della presenza di un edificio religioso all’interno del castello denominato oratorio di “San Bernardino”.
Dopo la ventata napoleonica, che aveva riunito i destini di Montescudo e Albereto nel III Distretto del riminese, sarà l’unità d’Italia ad incorporarli nella provincia di Forlì.
Da questo momento le uniche variazioni si ebbero con le distruzioni belliche e la ricostruzione avviata nel 1950. Oggi questa antica piazzaforte che costituisce una naturale terrazza sulla costa può tornare ad assumere un ruolo importante nel territorio del Comune di Montescudo.